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Piada senza strutto (piada all’olio)

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A grande richiesta, ecco a voi la ricetta della mia piada senza strutto, o piada/piadina all’olio.

In tanti mi avete chiesto come mai non abbia ancora nel blog una ricetta della piada senza strutto, proprio io che amo tanto la cucina vegetariana. Il motivo è – pare strano ma è così davvero – che la piada con l’olio la faccio raramente, praticamente mai.

Lo sapete già, per me la ricetta della piada non è solo una ricetta della tradizione romagnola, ma è un vero e proprio cibo della memoria. Uno di quei capisaldi imprescindibili a cui la semplice definizione di ricetta romagnola originale sta stretta.

Ormai da anni ho una mia personale sensazione, che la piada ‘vera’ sia esistita solo in quei tempi là, quelli in cui la si faceva solo con lo strutto, e si cuoceva solo sulla teggia (o testo), sul treppiede nel camino, o sulla stufa economica dopo aver tolto il giusto numero di anelli e aver poggiato la teggia al loro posto… Forse non è proprio così del tutto, ma dentro di me è così, è così che la vivo. La piada come simbolo di un’epoca. Nulla a che vedere con la piadina romagnola che tutti conoscono, conosciamo, ora. Per non parlar del fatto che ora molti di noi devono fare i conti con i fornelli a induzione, la conferma definitiva della mia ‘personale sensazione’ di cui sopra.

Nella mia evoluzione culinaria c’è un prima, fatto di ricette tradizionali, regionali, familiari, della memoria, ricette a cui sono molto legata (come ognuno è legato a quelle del proprio vissuto), e c’è un dopo, in cui il mio modo di cucinare e di mangiare è cambiato. Entrambi importanti. La piada fa parte del prima.

A casa mia la parola piada ha in sé il significato di “con lo strutto”. Non c’è specifica, ne fa parte, è sottinteso. E quindi la piada all’olio non la faccio di frequente perché non mi viene automatico. È un imprinting. Quando non ho, o non reperisco dalla mamma, lo strutto (perché ‘non si compra al supermercato’, deve essere nostrano, è un dogma) faccio altro. Focacce, pite, pani-palloncino, pseudopiadine con esubero di licoli, non piade.

Non che la piada senza strutto non esistesse, anche in quei tempi là che furono. Sì, esisteva, ma era un’eccezione, anzi, era un ripiego. Nei miei ricordi di bambina esisteva in casi sporadici, solo quando lo strutto era finito (ed era una rinuncia seria). Ne ho un ricordo, nitido, una scena precisa: io, bambina di 5-6 anni, in cucina – la vecchia cucina, quella con il tavolo con il buco laterale per il matterello – con mia mamma, che si appresta a fare la piada per cena mentre io la sto a guardare, come quasi sempre. La vedo che versa l’olio nella fontana di farina, e chiedo “perché oggi metti l’olio?”. Domanda che può sembrare banale, ma che non è: la piada senza strutto era così tanto un’eresia che la me cinquenne voleva sapere il perché.

Risposta della mamma: stasera non abbiamo il pane e lo strutto è finito.

Perché specificare che il pane (ai tempi si comprava tutte le mattine) è finito?

Semplice: perché la piada all’epoca non era un “piatto tipico”, non era una ricetta per turisti estivi, né uno street food (no, la ‘vera’ piada per me non sarà mai uno street food), era pane. La piada era il principale sostituto del pane (crackers? pane in cassetta? ma quando mai).

La si faceva ogni volta che ‘abbiamo finito il pane’, oppure ogni volta che il frigo era semivuoto, ma due foglie di insalata si rimediavano sempre e due fette di prosciutto anche (c’era sempre una piccola scorta di salumi da gennaio in poi) e facendo le piade, una cena senza pane diventava cena vera. Insomma, il concetto attuale del mi faccio una piada perché vado di fretta era inesistente. I pasti erano sempre una cosa seria da consumare seduti a tavola, mai veloci. E la piada rientrava fra le cose serie, andava fatta, impastata, tirata, cotta, non certo presa fuori da una busta e via. Mentre nel frattempo si prendeva fuori il prosciutto e lo si affettava al coltello pian piano, anche lui non certo preso fuori da una busta e via.

Una volta cotte, tutte le piade – che dalla via che si impastava, se ne faceva una certa quantità, tanto poi il giorno dopo si poteva mangiare secca per merenda – si mettevano, piegate a metà o tagliate in quarti, in un cestino coperto con un tovagliolo per mantenerle calde, cestino che si portava in tavola al posto del cestino del pane.

In tutto ciò l’opzione piada all’olio era inesistente, non ci si poneva il dubbio del cosa metteci dentro, se lo strutto o l’olio. Solo in un caso poteva essere argomento di conversazione: quando durante la cena qualcuno (cioè il babbo) se ne usciva con un: stasera la piada è diversa. E la mamma: eh oh, abbiamo finito lo strutto!

〰〰〰

👇 Le altre mie ricette della tradizione: 👇

piada senza strutto o piada all'olio
  • DifficoltàFacile
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione10 Minuti
  • Tempo di riposo30 Minuti
  • Tempo di cottura20 Minuti
  • Porzioni5-6 piade
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaRegionale Italiana
  • StagionalitàTutte le stagioni
  • RegioneEmilia-Romagna

Ingredienti

450 g farina 0
50 g olio extravergine d’oliva delicato (oppure olio di semi)
90 g acqua
90 g latte
1 pizzico (sale)

Passaggi

Versare la farina in una ciotola (oppure direttamente sulla spianatoia) e fare al centro la fontana.

Versare l’olio, poi aggiungere il latte e l’acqua (+ il pizzico di sale, chi lo usa).

👉 Mia mamma usava metà latte e metà acqua, ma si può usare tutta acqua (come nella versione con lo strutto), specie se si usa l’olio extravergine. L’olio di semi, solitamente, rende la piada più secca, ecco perché si aggiunge il latte: per compensare la tendenza a seccarsi tipica della piada all’olio rispetto a quella con lo strutto.

Lavorare a mano brevemente poi trasferire il composto sulla spianatoia.

Doveroso segnalarvi che le quantità di acqua e latte sono indicative (potrebbero variare di 10 o 20 grammi) poiché, come sempre, l’assorbimento della farina può variare. Ho fatto questa ricetta 3 volte prima di decidermi a ascriverla e non ho mai usato lo stesso peso di acqua e latte. Come per la piada con lo strutto e per tutti gli impasti in generale, la lavorazione a sentimento rimane la migliore.

Impastare a mano fino ad ottenere un panetto ben amalgamato ma ruvido, non occorre raffinarlo troppo.

Lasciare riposare il panetto coperto con la ciotola per almeno mezz’ora (volendo, fino a qualche ora).

Dividere l’impasto in pagnottine e tirarle con il matterello per ottenere un disco di pasta sottile.

Il numero delle piade che si ottiene dipende da quando grandi (e quanto sottili) si vogliono fare (la piada alla riminese è larga e sottile). Con gli ingredinti di questa ricetta si ottengono 5-6 piade.

Mettere la teggia (o testo, o piastra antiaderente) sul fuoco a scaldare.

👉 Come già descrittovi nella ricetta della piada tradizionale, il cosiddetto testo romagnolo – che in molte zone è di terracotta, in altre di ghisa, qui da me si chiama teggia ed è di ferro – oramai è stato sostituito da testi antiaderenti (multiuso, utilizzabili anche per cuocere verdure o altro) simili alle piastre per crepes.

☝ Una volta scaldata la piastra, cuocere le piade a fiamma media, o eventualmente regolare la fiamma al bisogno, per evitare che la piada si bruci in superficie.

Porre una piada sulla piastra. Scaldadosi (in un minuto o poco più), si formano delle bolle, che è bene forare con una forchetta per evitare che si gonfino troppo. Non lasciare la piada ferma, muoverla continuamente per evitare che si bruci sul retro delle bolle.

Controllare la cottura alzando un lembo con la forchetta, poi girare la piada e cuocerla dall’altra parte, sempre ruotandola.

In 3-4 minuti la piada è cotta. Attenzione a non cuocerla troppo altrimenti si secca.

Eccola qua, la piada senza strutto è cotta a puntino. 😊

piada senza strutto cotta a puntino

Non vi resta che piegarla a metà e servirla subito. È buonissima. Anche senza strutto è buonissima, bisogna dirlo. 😊

piada senza strutto o piada all'olio

Consigli senza sale

Senza sale  Per i miei consueti consigli senza sale non mi resta che ripetervi quel che avevo spiegato nella ricetta della piada tradizionale con lo strutto: dato che la mia mamma un pizzico di sale, ovviamente, lo metteva, anche in questa ricetta ho deciso di indicarlo negli ingrendienti per rispettare la ricetta originale della mamma, seppur per lei questa versione fosse cosa saltuaria, come ho raccontato. Se siete abituati ad una alimentazione iposodica come me, sono certa che non sentirete la necessità di aggiungere sale nemmeno qui. 😊

Se sei interessato a ridurre o eliminare il sale, ricorda sempre di:
▫ Diminuire il sale gradualmente, il palato deve abituarsi pian piano e non deve accorgersi della progressiva riduzione.
▫ Utilizzare le spezie. Peperoncino, pepe, curry, noce moscata, cannella, chiodi di garofano, cumino…
▫ Utilizzare le erbe aromatiche. Basilico, prezzemolo, origano, timo, salvia, maggiorana, rosmarino, menta…
▫ Utilizzare i semi. Sesamo, pinoli, mandorle, noci…
▫ Utilizzare ortaggi piccanti o frutta. Aglio, cipolla, limone, arancia…
▫ Utilizzare il mio granulare vegetale senza sale
▫ Preferire i cibi freschi.
▫ Evitare le cotture in acqua, preferire cotture che non disperdano i sapori (piastra, cartoccio, vapore, microonde)
▫ Evitare di portare in tavola la saliera!
▫ Concedersi a volte uno strappo alla regola. Fa bene all’umore e aiuta a perseverare.

Se non vuoi, o non puoi, rinunciare al sale:
▫ Puoi provare ugualmente le mie ricette salando secondo le tue abitudini. 

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FAQ (Domande e Risposte)

Si può cuocere la piada sui fornelli a induzione?

La risposta è sì, usando una piastra adatta all’induzione. Ma cosa darei per poter mostrare alle mie nonne un fornello a induzione, e per avere la loro opinione sulle piade che, proprio qualche sera fa, ho cotto a casa di mia mamma!
Nella nuova casa, mia mamma ha il fornello a induzione e anche l’apposito ‘testo romagnolo per induzione’ (di un noto marchio), ma devo dire che, sì, le abbiamo cotte, ma con risultati che definirei difficili. La piastra non riesce mai a scaldarsi adeguatamente nonostante il livello massimo di temperatura del fornello, e perciò il tempo di cottura per ogni piada è raddoppiato (e meno male che noi le piade le facciamo sottili).
Inoltre, l’induzione concentra il calore solo al centro della piastra, perciò le nostre tipiche piade larghe riminesi ne hanno risentito parecchio ai bordi. La prossima volta proveremo a fare delle piade più piccole.
Di certo i fornelli non sono tutti uguali, ma posso riferire che anche mia figlia e mia cognata, che hanno fornelli a induzione diversi da quello della mamma, hanno riscontrato lo stesso problema, anche usando piastre diverse o normali padelle antiaderenti.
Proveremo anche altri tipi di piastre o padelle finché, ne sono certa, ne troveremo una che ci consentirà di rimanere fedeli, il più possibile, alla tradizione. 🤗

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